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Farmaci

La chemio ha i suoi meriti

Se ci sono medicinali che hanno una cattiva fama, sono quelli che costituiscono la chemioterapia utilizzata nella lotta contro il cancro. Spesso i malati temono i loro effetti collaterali tanto quanto la malattia che dovrebbero combattere, se non di più. Il difetto principale della chemio è di non guardare in faccia nessuno: cellule sane o malate, se si riproducono rapidamente vengono falciate dalla sua azione.

Eppure anche la chemio ha i suoi meriti, e non sono pochi.

Mali curabili grazie alla chemio

Lo studio dei diversi tumori ha permesso di scoprire che alcuni di loro, noti per essere particolarmente aggressivi, proprio per la loro crescita vorticosa erano anche altrettanto sensibili all’azione di questi medicinali. Uno solo però non bastava: la svolta che ha reso curabili alcune forme di cancro si è raggiunta solo quando si è capito che la capacità del tumore di continuare a trasformarsi, imparando a resistere all’effetto di un singolo prodotto, si poteva contrastare solo associando più medicinali, che accerchiassero il cancro bloccandolo su più fronti. Lo stesso principio che è stato poi sfruttato nei confronti del virus dell’AIDS.

È così che è cambiata la sorte di chi si ammala di tumore del testicolo.

Quarant’anni fa la diagnosi di questa malattia era quasi una condanna a cui sopravviveva solo un malato su dieci; dagli anni Novanta la scoperta dei medicinali più adatti per curare questo tumore ha permesso di capovolgere la situazione e nove malati su dieci oggi guariscono completamente. Un ribaltamento del genere è accaduto anche nel campo dei linfomi di Hodgkin, che oggi hanno ottime probabilità di sopravvivenza, e delle leucemie infantili: hanno contribuito anche radioterapia, trapianti di midollo osseo prima e di staminali oggi, ma il risultato è che un bambino con la leucemia, un tempo senza speranza, oggi guarisce nel 70 per cento dei casi, e anche di più quando si tratta di forme mieloidi.

Dai geni alle cure

Era nel campo dell’ematologia anche la prima forma di cancro che ha ricevuto una terapia mirata. L’osservazione che la leucemia mieloide cronica è caratterizzata da una tipica mutazione, riconoscibile al microscopio dall’aspetto del cosiddetto cromosoma Philadelphia, ha spinto gli scienziati a creare un farmaco che si rivolgesse direttamente contro questa anomalia genetica. I risultati non hanno tardato a farsi vedere: confrontato con la chemioterapia tradizionale il nuovo prodotto, capostipite delle cosiddette terapie mirate, ha trasformato le aspettative di questi malati, che hanno risposto benissimo alla nuova cura nella quasi totalità dei casi.

È vero che ora cominciano a comparire resistenze al farmaco, ma questo successo ha dimostrato che la conoscenza dei meccanismi molecolari alla base del cancro non è solo una curiosità da scienziati, ma l’arma migliore per sconfiggerlo. Oltre a questo, altri nuovi farmaci sono già entrati in uso e hanno migliorato la sopravvivenza in alcuni tipi di tumore al seno e in altre forme di cancro avanzato.

No al dolore

Una delle più importanti vittorie, soprattutto culturali, nella lotta contro il cancro, riguarda una fase della malattia in cui non si parla più di possibile guarigione. Eppure oggi si può affermare che un malato terminale è ancora un malato “curabile”, nel senso che devono essere curati tutti i disturbi che lo fanno stare male e in particolar modo il dolore. La prospettiva della sofferenza talvolta spaventa più della possibilità della morte stessa: oggi le cure palliative nel loro complesso permettono di trattarla.