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Ambiente cellulare

Creare un ambiente sfavorevole al cancro

Le cellule tumorali non fanno tutto da sole. Per prendere il sopravvento sui tessuti sani hanno bisogno di un ambiente favorevole e, soprattutto, di garantirsi la complicità del sistema immunitario. Molti centri, alcuni dei quali sostenuti da AIRC, stanno lavorando per privare le cellule tumorali di questo indispensabile supporto esterno.

Tagliare i rifornimenti

Il primo approccio in questa direzione è stato quello proposto dallo statunitense Judah Folkman già negli anni Sessanta. Lo scienziato propose di bloccare la crescita del tumore interrompendo i meccanismi con cui la nuova massa in crescita, ma anche le cellule diffuse come metastasi in altre parti dell’organismo, stimolano la produzione di nuovi vasi sanguigni per rifornirsi di ossigeno e sostanze nutritive. In questi anni sono stati prodotti farmaci mirati a questo fenomeno, chiamato angiogenesi, e altri sono in via di studio e di sviluppo.

Segnali alterati

Le cellule non sono isole. La loro attività, così come la loro crescita, è regolata anche da messaggi provenienti dalle cellule vicine: per esempio, la distruzione di una parte di tessuto, come accade in una ferita, può stimolare, attraverso la produzione di diversi fattori di crescita, la proliferazione di nuove cellule che vadano a sostituire quelle andate perdute; quando la loro densità è tornata alla situazione iniziale però, in condizioni normali, le cellule smettono di riprodursi.

Nei tumori, questo fine sistema di regolazione viene meno e la replicazione continua indiscriminatamente: per questo molti nuovi farmaci mirati sono rivolti contro i recettori per i fattori di crescita diversi da tessuto a tessuto, o cercano di interrompere uno dei passaggi successivi, in cui il segnale raccolto dal recettore è trasmesso all’interno della cellula. Sul misterioso dialogo chimico che avviene tra le cellule tumorali, e tra queste e quelle sane circostanti, c’è ancora molto da capire e tanti laboratori in tutto il mondo ci stanno lavorando. Tra questi quello del San Raffaele diretto da Federico Caligaris-Cappio che, con i fondi ottenuti tramite il 5 per mille devoluto ad AIRC, coordinerà nei prossimi anni un grande lavoro di ricerca sui linfomi prodotti dai linfociti B.

Il ruolo dell’infiammazione e dell’immunità

Anche l’infiammazione fa la sua parte nello sviluppo di alcune forme di cancro. Nel caso del tumore dell’intestino, per esempio, i ricercatori guidati da Silvio Danese dell’Istituto Humanitas di Milano hanno individuato sui vasi linfatici sostanze che fanno da ponte tra i processi infiammatori e lo sviluppo del cancro.

Altri cercano di capire perché il sistema immunitario, che dovrebbe riconoscere ed eliminare come anomale le cellule tumorali, è in questo campo molto meno efficiente che nei confronti di virus e batteri. Anzi, a volte diventa del tutto tollerante.